due torri - Lions Club Rovigo

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IL LIONS CLUB ROVIGO ASSEGNA IL PRESTIGIOSO PREMIO DUE TORRI D’ORO A 
ISABELLA SANDRI
Sabato pomeriggio con una cerimonia pubblica presso l’auditorium del Conservatorio Venezze, il Presidente del Lions club Rovigo Avv. Enrico Ubertone ha consegnato a Isabella Sandri il prestigioso premio “DUE TORRI D’ORO”. Il premio viene assegnato con cadenza minima triennale a Polesani che si sono distinti, a livello internazionale, nell’arte, nella cultura, nelle scienze, nell’economia, nello sport nonché in qualsiasi altro campo dell’attività umana.
Nata a Rovigo, già in gioventù si interessa alla pittura e alle arti visive, si laurea al DAMS, scegliendo l’indirizzo arte, alla facoltà di lettere e filosofia di Bologna; in seguito si diploma in regia al Centro sperimentale di cinematografia di Roma, frequentando anche il gruppo Ipotesi Cinema ideato da Ermanno Olmi a Bassano del Grappa.
I film e i documentari (siano lungometraggi fiction e documentari d’autore, o cortometraggi e filmati di animazione) di cui Isabella Sandri è stata regista, sceneggiatrice e produttrice sono stati apprezzati nei festival di tutto il mondo, dalla Biennale di Venezia, ai Festival di Rotterdam, Berlino, Torino, Karlovy Vary, San Francisco, di Sidney e Locarno, e hanno avuto premi e segnalazioni. I suoi film sono stati distribuiti da RAICINEMA e dall’Istituto Luce. Ha collaborato case di produzione come la Sacher e la Fandango e la Rai-Radiotelevisione Italiana.
Isabella Sandri ha saputo farsi largo in un mondo cinematografico dominato dalla presenza maschile, incontrando enormi difficoltà , leggi, regole e politiche incomprensibili. Ha dovuto “elemosinare” contributi per realizzare le sue opere perchè il mondo di quello che erroneamente viene chiamato cinema assistito, è secondo le sue parole “ fatto di carità e di briciole in cui ti fanno sempre pesare il contributo che ti viene erogato”. Avendo però un obiettivo preciso: la ricerca tenace della qualità del risultato, a qualunque prezzo e con i tempi necessari, nonché la diffusione di precisi ideali etici ed estetici, la regista ha saputo mettere sempre in secondo ordine il suo orgoglio per amore del suo cinema con l’obiettivo di portarlo a termine.
Il cinema di Isabella Sandri non è tradizionale, la regista ha scelto il cinema indipendente che non ha obiettivi di produzione ed economici ma è ambizioso perché percorre strade più difficili per cercare nuove espressioni, per far conoscere persone vere, realtà diverse. Il suo è un cinema più faticoso perché la obbliga a convivere con la storia, gli attori, la sceneggiatura per anni per riuscire a trovare “la motivazione” per realizzare il suo film, pur sapendo che la storia che racconta non potrà risolvere i problemi che vengono messi all’attenzione dello spettatore.
Nei lavori di Isabella vi è sempre presente un duro realismo che ricorda Pasolini ma che rifugge dalla rappresentazione ieratica, religiosa e statica della presenza umana che lui dava nelle sue opere. I suoi personaggi sono di passaggio, ricchi di umanità ma anche di negazione, presenti nello spazio anche se questo è un non luogo. La sua attenzione si rivolge agli umili, ai giovani, ai disadattati che vengono presentati senza retorica ma con disincanto e realismo.
I suoi film hanno l’ambizione di produrre cambiamenti nel modo di fare cinema grazie alla costante attività di ricerca e di nuovi linguaggi, ad opere coraggiose e indipendenti. I numerosi riconoscimenti alla sua attività, sia in qualità di regista che di sceneggiatrice e di produttore, con la società Gaundri (nata dalla fusione dei cognomi dei fondatori Isabella Sandri e Giuseppe Gaudino e dai comuni obiettivi) ne sono la testimonianza.
Isabella ama gli spazi, fa largo utilizzo del grandangolo perché per raccontare una persona serve una osmosi con l’ambiente in cui essa vive. Sa utilizzare il racconto in modo veloce, con innovativi piani sequenza, rapidità, movimento della macchina da presa ed inquadrature non tradizionali che spesso riescono a generare un salto sublimale fra un fotogramma e l’altro, con presenze umane effimere di cui Isabella sa che non rimarrà nulla, ma con l’unico obiettivo di raccontare la presenza ineliminabile dell’essere umano.

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